Simboli magici nell’arte celtica

09.01.2021

 E' probabile che i popoli proto-storici non considerassero l'arte come pura realtà estetica, ossia orientata verso un valore essenzialmente decorativo, ma al contrario, l'attività creativa pare esercitasse piuttosto una funzione utilitaristica, sebbene nel costruire oggetti ed utensili d'uso quotidiano, spesso vi apponessero ornamenti d'abbellimento dal significato fantastico, religioso o simbolico.

Le civiltà atlantiche come i Celti, erano di tipo tribale, suddivise in clan familiari e contribuirono a divulgare in tutto il nord Europa, una particolare conoscenza religiosa, quella druidica, di genere animistico e costituita da segni ispirati soprattutto alla raffigurazione geometrica della natura (come, ad esempio, intrecci di piante, movimenti del mare, forme di nuvole).

I druidi erano antichi sacerdoti sciamani i quali, grazie alle proprie conoscenze mediche, giuridiche, divinatorie e magiche (spesso utilizzate nei riti segreti che praticavano), affiancavano i regnanti nel governo della popolazione e godevano del più assoluto rispetto.

Il termine "drus" significa "quercia", ossia una pianta tipica dell'Europa continentale, che possiede determinate caratteristiche di robustezza e resistenza: ad essa, spesso, si affianca la crescita del vischio con le sue bacche bianche le quali , nella cultura druidica, rappresentavano l'anima e la fertilità: usanze che sono giunte fino ai nostri giorni tanto che la pianta del vischio, ancora oggi, viene donata come buon auspicio per il nuovo anno.

L'arte celtica giunse al suo culmine tra il IX° e il I° secolo a.C. ma, dapprima, la conquista romana e di seguito, l'avvento del Cristianesimo, ne accantonarono i simboli poiché ritenuti barbari e tribali.

La cultura celtica fondava le proprie radici nel culto della "dea madre" propiziatrice di vita e le fasi più vive della sua arte sono sostanzialmente due: il periodo di Hallstat, situato nell'attuale Austria ( IX° - V° sec. a.C.) e il periodo di La Tène, nell'attuale Svizzera( V°- I° sec. a.C.) ma la conservazione di segni e simboli nei veri significati originari, oggi, rimane piuttosto difficoltosa: i luoghi dove si sono potute meglio mantenere quelle caratteristiche primitive e meno contaminate, sono le isole britanniche che, grazie al loro posizionamento e al clima non propriamente agevole, durante i secoli, riuscirono a tener testa alle invasioni dei popoli stranieri e alle conquiste territoriali.

<<Nella terra d'Irlanda protetta forse dalla leggendaria magia druidica, mai invasa dalle legioni romane, evangelizzata da San Patrizio e dai suoi monaci, rimasero sempre vive l'arte, le leggende, le tradizioni celtiche e le sacre dottrine di Wyrd , ossia la sapienza segreta del mitico Avalon>> (A. Fiorina in "Arte e simboli celtici", Cordero Editore).

Da queste storie si svilupparono, nel periodo medievale, le classiche leggende del ciclo di re Artù e i suoi cavalieri.

I principali simboli celtici riscontrabili in ambito artistico furono i nodi e le spirali intrecciate che indicavano la reincarnazione, la dea madre, la continuità della vita; gli alberi sacri, la rosa e la croce celtica, oltre a vari altri motivi di carattere geometrico, vennero utilizzati anche in seguito per decorare architetture monumentali.

                        (Da un articolo di  Anna Rita Delucca pubblicato su Ingresso-Libero.com, anno 2017)  

 

                             Nodo dell'amante - Scultura a intaglio dell'artista Andrea Fiorina

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